La transizione verso sistemi alimentari sostenibili e inclusivi richiede delle fasi di processo imprescindibili. Per far sì che ci si avvicini ad un processo volto alla sostenibilità è fondamentale non ragionare più nell’ottica di singole imprese, bensì in un’ottica di filiera: la filiera agroalimentare. Vi dev’essere dunque un percorso comune, che coinvolga tutti gli attori del sistema, ad essere attivi e inclusi nel processo.

Nel precedente articolo è stata affrontata la tematica della sostenibilità che diventa sempre più competitiva nel sistema agroalimentare; questa fase di racconto prevede invece una breve riflessione su quelle che sono le principali sfide che caratterizzano la realtà del sistema oggi. 

Nella realtà di un contesto che mira ad una transizione sostenibile, la Ricerca e l’Innovazione sono due elementi chiave per fare in modo che via sia un’accelerazione di questa transizione. 

Un fattore che risulta essere altrettanto essenziale per una transizione verso la sostenibilità e l’innovazione, riguarda l’accessibilità ad una connessione Internet da parte degli agricoltori e di tutte le zone rurali. Questo è un aspetto fondamentale per l’occupazione, per le attività economiche o per gli investimenti nelle zone rurali. Tuttavia l’accesso ad Internet permetterebbe anche la diffusione dell’agricoltura di precisione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che sempre più viene utilizzata in vari settori. 

Un altro fattore caratterizzante questa sfida riguarda l’eccesso di nutrienti nell’ambiente, con un particolare riferimento all’azoto e fosforo, dovuto ad un utilizzo eccessivo e al fatto che non tutti i nutrienti impiegati nel settore agricolo vengono efficacemente assorbiti dalle piante. Da sempre vi è stata l’esigenza di massimizzare le produzioni con la conseguenza di un eccessivo assorbimento di nutrienti, la maggior parte delle volte non necessari. Gli agricoltori lavorano i loro campi con trattori e altri attrezzi standard automatizzati, che privano il terreno di determinate sostanze nutritive, riducendo la produttività. Per far fronte a tali problemi, molti si affidano in misura massiccia ai fertilizzanti a base di azoto, che possono trasformarsi in protossido d’azoto, un gas serra 300 volte più impattante dell’anidride carbonica.  Pertanto, la prime ripercussioni che si manifestano sono legate all’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, provocando anche una diminuzione della biodiversità nei fiumi, nei laghi, e nei mari. 

L’impiego eccessivo e insostenibile delle risorse terrestri, in particolare, è fonte di problematiche sempre più forti ed evidenti; per esempio, a causa del degrado del suolo, la produttività della superficie terrestre globale utilizzata si è ridotta del 23% Ogni anno in tutto il mondo vengono scaricati nelle acque fino a 400 milioni di tonnellate di metalli pesanti, solventi, e altri rifiuti provenienti da stabilimenti industriali, mentre i fertilizzanti immessi negli ecosistemi costieri hanno prodotto più di 400 “zone morte” oceaniche, per un totale di oltre 245.000 km2.

I cambiamenti climatici, invece, comportano nuove minacce per la salute delle piante. La sfida della sostenibilità richiede per questo motivo una leva sull’ innovazione e misure per una migliore protezione delle piante dalle malattie e dagli organismi nocivi emergenti. 

Tutti questi elementi appena citati porterebbero a diversi benefici come: 

  • una riduzione dei costi per gli agricoltori; 
  • un netto miglioramento delle condizioni e gestione del suolo;
  • una riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi.

Molto spesso viene sottovalutato l’impatto dell’impiego di una agricoltura intensiva e l’utilizzo eccessivo di pesticidi, che sono i principali responsabili della perdita drastica di biodiversità, rendendo l’ecosistema terrestre più vulnerabile alle contaminazioni creando così un substrato più favorevole al proliferare di malattie.

Oggi il settore agroalimentare risulta essere responsabile di un utilizzo eccessivo di suolo (fino a tre volte la superficie massima sostenibile), acqua dolce (70% dei prelievi totali) e pesticidi tossici; ricorre in misura spropositata alle monocolture; causa perdite e sprechi alimentari eccessivi (un terzo del totale) e induce ad adottare diete poco sane e non sostenibili. Allo stesso tempo risulta fondamentale il poter garantire a tutti gli attori del sistema alimentare l’accessibilità alle conoscenze e consulenza per poter adottare un approccio sostenibile. 

Quali sono dunque i primi passi da compiere per avvicinarsi ad un approccio sostenibile?

Le tecnologie digitali possono essere uno strumento importante per superare l’immensa sfida che vede coinvolto questo sistema.

La diffusione delle tecnologie digitali nella filiera agroalimentare può consentire non solo di aumentare le rese, ma anche ridurre gli sprechi e innescare cambiamenti nei modelli di consumo, contribuendo quindi in maniera significativa al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Le tecnologie digitali contribuiscono, infatti,  a raggiungere quei risparmi di tempo, costo, aumenti dell’efficienza e della produttività in diversi settori, dal manifatturiero a quello energetico. L’impegno che viene richiesto a tutti gli attori del sistema agroalimentare è quindi quello di sfruttare questo potenziale non solo per scopi commerciali, ma anche per raggiungere approcci volti alla sostenibilità.